Si avvertirà dolore durante la devitalizzazione?
Con l'impiego dei comuni anestetici locali, la cura canalare è indolore almeno in 9 casi su 10. Durante il trattamento non si sente niente. Nei casi più gravi, soprattutto in situazioni dentali trascurate, l'intervento d'urgenza può essere fastidioso, ma si tratta di casi tutto sommato rari. La routine endodontica è fatta di interventi indolori, soprattutto se sono interventi endodontici programmati.
Se una carie viene trascurata per lungo tempo essa avanza sino ad arrivare in prossimità della polpa dentaria (il nervetto). Quando ciò accade il paziente avverte dapprima una ipersensibilità agli stimoli termici (cibi o bevande calde e fredde) e chimici (cibi zuccherini). In questa fase talvolta la semplice pulizia della carie ed otturazione del dente può essere risolutiva.
Quando poi la carie invade completamente la polpa dentaria il paziente avverte un dolore (talvolta fortissimo) nevralgico, diffuso, non facilmente localizzabile, talvolta lenito temporaneamente dal freddo. In questa fase, definita Pulpite, si rende indispensabile la devitalizzazione del dente.
Poi, il prolungarsi ed incrementarsi dell’attacco batterico determina la morte (necrosi) della polpa, con la temporanea cessazione del dolore.
Successivamente l'infiammazione si propaga al di fuori dell'apice della radice dentaria, diffondendosi nell'osso alveolare circostante e provocando lesioni definite “ascesso” e “granuloma”, visibili in radiografia come un'area scura (rarefazione ossea) attorno all'apice della radice. In questi casi, l'unica alternativa all'estrazione del dente è il trattamento ortodontico, per cui l'indicazione a questo tipo di trattamento è imprescindibile.
Oltre che per carie, questo si può verificare in seguito ad un forte trauma (es.incidenti stradali o sportivi) oppure ripetuti microtraumi (onicofagia, bruxismo, ecc.).
L'ascesso dentario è dovuto a un'infezione che si è diffusa alla polpa del dente, alla sua radice ed al processo alveolare. I batteri possono raggiungere queste parti attraverso una carie trascurata, o da un focolaio infettivo situato in una zona contigua dell'osso o, abbastanza di rado, tramite il sangue. Il sintomo dominante è il dolore: è pulsante ed è accompagnato da gonfiore della guancia, delle labbra e della palpebra, da arrossamento e calore locale e talvolta da febbre. All'interno della bocca si può notare un rigonfiamento, inizialmente duro, poi molle e pieno di pus; quando l'ascesso si apre il pus fuoriesce, il che determina una rapida diminuzione del dolore.
La terapia elettiva è quella antibiotica associata ad un corretto trattamento endodontico (devitalizzazione).
Il granuloma è un'infezione periradicolare di origine endodontica (dovuta alla morte della polpa) che si forma piuttosto lentamente e senza segnalare la propria presenza con sintomi particolari. Il dolore non è costantemente avvertito, ma viene evocato con la pressione sulla parte. Terapia di elezione è la terapia endodontica o devitalizzazione del dente.
Nei due-tre giorni successivi alla cura endodontica vi può essere un indolenzimento, che può essere soggettivamente più o meno lieve: si può ovviare con un analgesici, dopo prescrizione dell’Odontoiatra.
Il dente che è stato sottoposto alle cure endodontiche, al quale cioè è stato asportato il tessuto pulpare, è più fragile e quindi suscettibile di frattura in seguito alle notevoli forze masticatorie che lo sollecitano. La percentuale di frattura dei denti devitalizzati non ricoperti da corone protesiche è maggiore per i molari e premolari, i quali sono deputati alla fine triturazione dei cibi, che per gli incisivi e canini, deputati alla sola incisione. Pertanto, per salvaguardare l'integrità dei primi, è opportuno rivestirli con corone.
Ci sono molti svantaggi nel perdere i denti naturali: se un dente viene perso e non viene sostituito, i denti adiacenti possono spostarsi dalla loro normale posizione. Inoltre la presenza dei denti sani negli alveoli, mantiene la struttura ossea il più possibile costante negli anni, preservando il patrimonio osseo per eventuali future soluzioni protesiche implantari. Infatti per l'inserimento di impianti dentali è necessaria la presenza di una quantità minimale di struttura ossea, pena l'impossibilità o una difficoltà tecnica molto maggiore. L'atrofia ossea che segue l'estrazione di un dente crea difficoltà o maggiori inestetismi anche nella progettazione-costruzione-inserimento di protesi tradizionali.
Sostituire un dente estratto (con un impianto o un ponte) è più costoso di una cura canalare e comporta, a volte, interventi e coinvolgimento anche dei denti adiacenti a quello mancante.
Non esiste nessun sostituto protesico che possa rimpiazzare al 100% cioè che di naturale è andato perduto. Le protesi, pure essendo un valido sostituto dei denti naturali, non potranno mai essere come l'originale.
I materiali utilizzati oggi in endodonzia sono più rispettosi della naturale cromacità del dente rispetto a quelli utilizzati in passato. Ciononostante il dente devitalizzato può subire nel corso degli anni alterazioni di colore dipendenti dalla contaminazione dei suoi tessuti duri da parte dei tessuti pulpari degradati. Se tale inconveniente si verifica è possibile risolvere l'inestetismo che provoca con un semplice ed efficace trattamento di sbiancamento interno, con cui si riporta dente scurito ad un colore anche più bianco dell'originale.
Fai una domanda
Siamo felici di rispondere a tutte le domande relative alla salute orale.